Prima di iniziare, specifico che quella che segue è una provocazione compiuta usando l’arma del paradosso, che è peraltro uno strumento retorico perfettamente legittimo (la retorica l’ha insegnata per secoli Judith Butler, quindi deve “per forza” essere una roba “legit”). Dunque NON sto affatto dicendo e implicando che “tutti i …. sono … eccetera”.
Ciò premesso, invito a dare un’occhiata a questo breve video in inglese, che è una geniale trollata (non posso usare un altro termine) contro la teoria queer, compiuta leggendo quel che hanno detto i guru fondatori della setta a favore e in difesa della pedofilia.
Aggiungo, for the record, che quando un mio collega di lavoro finì sotto processo per aver difeso la pedofilia, io andai a testimoniare in suo favore. Quando il giudice mi chiese come mai io, che sono contrario alla pedofilia, fossi lì a testimoniare, risposi che il mio collega si limitava a chiedere l’abolizione dell’età del consenso, ma che le leggi non le facciamo né io né il mio collega bensì il Parlamento: chiedere e proporre deve essere libero per chiunque, per rispetto del principio della libertà di pensiero e di parola, ovviamente salvo restando il mio diritto a contestare le sue idee, che infatti contestavo.
Incidentalmente, qualche anno dopo il Parlamento abbassò l’età del consenso da 16 a 12/14 anni, dimostrando che il dibattito sul tema era perfettamente legittimo. E questo l’ho aggiunto per la cronaca, per dire come in sé e per sé discutere di pedofilia non abbia nulla di sbagliato. (Quindi non è affatto “sbagliato” che Foucault o Butler o Califia lo facciano: affermarlo sarebbe chiedere quella censura preventiva delle idee che sto invece combattendo).
La parte interessante, in questo video, non è quindi la raccolta di citazioni in quanto tale. Il postmodernismo [di cui fa parte la teoria queer] è un marasma in cui chiunque ha il diritto di sparare fuori qualunque cosa gli/le salti per la testa, dato che tanto nessuno è tenuto a capire cosa voglia dire (visto che la verità non esiste, e un’idea vale l’altra, ciò che conta è la
soggettività del parlante, e non il senso delle parole che pronuncia —
come hanno dimostrato i vari “hoaxes”, da Sokal in poi). Pertanto sono certo che si potrebbe compilare un elenco altrettanto raccapricciante non solo
a favore di qualsiasi cosa, ma anche
contro qualsiasi cosa, incluso
contro la pedofilia, magari usando gli scritti dei medesimi autori. Dire tutto e l’opposto di tutto è infatti la tipica strategia dei
ciarlatani, quelli queer inclusi.
Il punto interessante è quindi un altro. Ossia il fatto che una parte dell’udienza tenti di zittire l’oratore gridando mentre sta leggendo, parola per parola, citazioni tratte non certo dai
miei rant anti-queer , bensì dai Testi Sacri stessi dei teorici queer.
Purtroppo non si sente bene cosa strillino, ma a un certo punto si ode distintamente l’accusa: “non ve ne frega niente della vita delle persone trans!“, e in un altro momento l’accusa è chiara dalla risposta: “Un momento un momento un momento, per caso mi si sta accusando di omofobia solo perché sono contrario alla pedofilia?“.
Segno che il bruttissimo vizio di zittire i contradditori usando insulti (TERF, Cis, transfobico, omofobo…) anziché confutarli con solide argomentazioni, è ormai completamente fuori controllo.
Questo spezzone di conferenza è geniale perché mostra come la teoria queer, che alle sue origini può anche avere avuto,
come si sfianca a ripetere il povero Lorenzo Bernini, spunti e intuizioni comunque meritevoli di dibattito, nei decenni successivi si è trasformata in un semplice strumento autoritario usato come metodo di soppressione del dibattito, in un culto religioso in cui non conta ciò che viene detto, bensì la mera “fede religiosa”, il mero zelo con cui si aderisce alla chiesa.
Se io faccio notare che Foucault sosteneva l’abolizione pura e semplice dell’età del consenso, non mi si può ribattere: “sei transfobico!“. L’una cosa non c’entra un c***o con l’altra, se non nel cortocircuito logico per cui, se segui il mio carrozzone e ripeti a memoria gli slogan che produco senza neppure chiederti se abbiano un senso (“some women have a penis“, come no, e alcuni uomini hanno la proboscide) allora sei ok, se invece osi mettere in dubbio anche una minima unghia dei miei slogan, allora sei transfobico, omofobico e qualunquecosadaltrofobico.
Questo è un cortocircuito del cervello, il cui risultato è il blocco della capacità di argomentare, o peggio ancora di ragionare. Dopodiché, uno si chiede pure perché la sinistra sia in crisi, e in Italia resti inchiodata al 3% nelle elezioni.
Concludo affermando, per i diversamente alfabetizzati, che questo video nella sua brevità mostra come il problema con i queer non stia tanto nelle loro bizzarre teorie, che non sono più bizzarre di quelle dei loro compagni di merende no-gender, quanto l’atteggiamento fascista e settario con cui vengono portate avanti.
Gli applausi che riscuote questo relatore (che una volta tanto è un esponente ecologista e di sinistra, e non il solito liberale di destra: alleluja!) mostrano però che fra il pubblico il livello di sopportazione verso questa setta di analfabeti col PhD inizia ad essere decisamente basso, e in diminuzione anno dopo anno. Dieci anni fa in Italia io ero l’unico a parlare contro di loro, oggi invece attorno a me le persone che sostengono le mie stesse cose iniziano ad essere decine!
Avanti così compagne e compagni, hasta la victoria siempre: non pasaran! 😀
Mille di questi trollaggi!
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Correlati